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Capitolo 1

Omaggio al Fifty Fathoms MIL-SPEC

Il Fifty Fathoms MIL-SPEC, considerato ormai un’icona, è stato selezionato a suo tempo come l’orologio subacqueo della US Navy. La versione Tribute rende omaggio alla sua storia.

Autori del capitolo

JEFFREY S. KINGSTON

Autori del capitolo

JEFFREY S. KINGSTON
Omaggio al Fifty Fathoms MIL-SPEC
Omaggio al Fifty Fathoms MIL-SPEC
Numero 18 Capitolo 1
Il MIL-SPEC 1 con il suo caratteristico indicatore di umidità.

Il MIL-SPEC 1 con il suo caratteristico indicatore di umidità.

BLANCPAIN ha creato il MODELLO ORIGINALE per gli orologi subacquei moderni, una FORMULA CHE VALE ancor oggi per tutta l’orologeria.

Il senno di poi è miracoloso. Attingendo a questo pozzo senza fondo, ai suoi poteri apparentemente illimitati, tutti noi possiamo crederci dotati di una creatività incontenibile. Certe innovazioni che hanno richiesto ricerche instancabili, e imposto spesso umilianti battute d’arresto, possono sembrare ovvie e facili. Guardando indietro al mezzo secolo e più che ci separa dal Blancpain Fifty Fathoms e dalle intuizioni ispiratrici che ne hanno definito le caratteristiche, è fin troppo facile cadere nella trappola del senno di poi. «Ma certo, è proprio così che doveva essere un orologio subacqueo, è ovvio, no?»

Sì, oggi c’è un insieme di caratteristiche accettate quasi universalmente per definire questo tipo di orologio. Ma ciò non dipende dal fatto che questi elementi fossero ovvi fin dall’inizio, come potrebbe affermare il senno di poi. Dipende invece dal fatto che un pioniere ha creato il primo moderno orologio subacqueo, e che il resto del mondo lo ha seguito. Quel pioniere che ha spianato la strada si chiama Blancpain.

Il debutto a Baselworld 2017 del nuovo Blancpain chiamato Tribute to Fifty Fathoms MIL-SPEC, che racchiude tutte le caratteristiche fondamentali che definivano in origine il Fifty Fathoms, con l’aggiunta di un indicatore di umidità, ci offre l’occasione per ripercorrere l’evoluzione dell’orologio a partire dalla sua nascita fino alla creazione delle due versioni del MIL-SPEC Fifty Fathoms che sono diventate gli orologi subacquei della Marina degli Stati Uniti, e che hanno conquistato un posto eminente nella storia delle immersioni come modelli di riferimento.

Dopo la conclusione della Seconda guerra mondiale le immersioni subacquee erano appena agli inizi. Come succede spesso di fronte a una novità, le attrezzature non erano all’altezza delle aspettative e dell’entusiasmo suscitato dal nuovo tipo di attività. Amatori e professionisti (che in quegli anni erano militari) si stavano impegnando a fondo per affrontare il mondo sottomarino e le esigenze che esso imponeva. Vari eventi concorsero a fare del Fifty Fathoms una specie di ponte tra gli sforzi che compivano i due gruppi. Gli amatori erano rappresentati dall’amministratore delegato di Blancpain di quell’epoca, Jean-Jacques Fiechter, i professionisti militari erano Robert («Bob») Maloubier e il tenente Claude Riffaud, membro del Corpo degli incursori da combattimento della Marina francese di recente formazione. Nell’ambiente amatoriale frequentato da Fiechter, che era membro di un club situato nel sud della Francia, non si era ancora coscienti del fatto che i subacquei avevano bisogno di un orologio. Bastò una singola immersione per

Quando Jean-Jacques Fiechter ha creato l’originale Fifty Fathoms NON ESISTEVANO PRECEDENTI a cui rifarsi.

cambiare tutto quanto. Senza un orologio che gli permettesse di misurare la sua permanenza sott’acqua, Jean-Jacques Fiechter esaurì le sue bombole. Resistette al panico, sapendo di non poter risalire velocemente in superficie senza rischiare lesioni serie. Gli occorreva risalire progressivamente tenendo conto della sua respirazione. Fiechter sopravvisse allo spavento, ma al di là della sua paura ricavò da quella esperienza l’ispirazione per concepire uno strumento di cronometraggio per quanti condividevano la sua passione per le immersioni. Di ritorno ai laboratori di Blancpain si dedicò alla progettazione di un orologio che permettesse a lui e ai suoi compagni di cronometrare le loro immersioni con sicurezza, facilità e affidabilità. Non c’erano documenti ai quali rifarsi. Non c’erano precedenti. La maggior parte dei progressi realizzati dall’orologeria si basava sulle esperienze accumulate in secoli e secoli di storia. Senza una traccia analoga da parte degli orologiai del passato, Fiechter si affidò allo schizzo di un progetto su un foglio di carta. Quali attributi doveva possedere il suo orologio? L’impermeabilità, certo. Ma come regolare l’orologio in un ambiente umido? Se occorreva cronometrare un’immersione, come si poteva registrare l’ora di partenza? Elementi magnetici sono una presenza abituale durante un’immersione: come proteggere l’orologio dai loro effetti? Che cosa occorreva per leggere sott’acqua le indicazioni del quadrante? Come migliorarne la leggibilità? E la carica, doveva essere manuale o automatica? Trovare le risposte era fondamentale, ma bisognava anzitutto porsi le domande giuste.

Le cose non andavano molto meglio per la squadra militare francese. Da un lato erano già un passo avanti rispetto a Jean Jacques Fiechter: avevano stabilito che i loro sommozzatori dovevano possedere uno strumento di cronometraggio, e che non c’era bisogno di una «illuminazione» dopo avere esaurito l’aria durante un’immersione. Ciò tuttavia non aveva permesso di trovare un orologio che funzionasse. In un primo tempo si erano rivolti a una ditta francese di nome LIP, lieta di fornire quello che considerava un orologio subacqueo. Gli esemplari consegnati erano piccoli, difficili da leggere sott’acqua e, peggio di ogni cosa, tutt’altro che impermeabili. Nel commentare le prove effettuate Maloubier affermò che quegli orologi erano tutti «morti annegati». Furono interpellate altre fabbriche di orologi, ma non avevano nulla da offrire. Alla fine i francesi contattarono Blancpain.

Si era così gettato un ponte tra il mondo dei sommozzatori militari e quello degli amatori. Le idee maturate dai francesi su ciò che occorreva per le loro missioni subacquee convergevano in larga misura con i requisiti identificati da Fiechter in base alle sue immersioni. Esaminati i campioni di Fifty Fathoms, i francesi constatarono che l’orologio progettato da Blancpain possedeva le caratteristiche richieste dai suoi sommozzatori. I Fifty Fathoms sottoposti a test si erano comportati egregiamente. La Marina francese aveva trovato il suo orologio.

l’allora CEO di Blancpain Jean-Jacques Fiechter durante un’immersione nel sud della Francia.

l’allora CEO di Blancpain Jean-Jacques Fiechter durante un’immersione nel sud della Francia.

La storia del Fifty Fathoms con la US Navy rappresenta un capitolo a parte della LEGGENDA.

E quali erano i nuovi vantaggi introdotti dai Fifty Fathoms di Blancpain? Maggiore impermeabilità, grazie a due soluzioni per le quali Fiechter chiese e ottenne i brevetti: due giunti per la corona e un giunto speciale per il fondocassa. La corona era particolarmente ingegnosa. Dal momento che essa disponeva di due giunti, l’orologio era protetto contro l’umidità anche se la corona veniva estratta parzialmente. Per rafforzare l’impermeabilità Fiechter decise che la carica dell’orologio doveva essere automatica. Ciò avrebbe ridotto al minimo l’usura del sistema di tenuta stagna della corona provocata dalla carica manuale quotidiana. La leggibilità del quadrante era a sua volta un problema serio, tenendo conto dell’ambiente subacqueo e della maschera che i sommozzatori indossavano. Fiechter optò per una cassa di grande formato con lancette, indici e indicazioni sulla lunetta di colore bianco su fondo nero. Un altro elemento ingegnoso era la lunetta girevole. Per semplificare la lettura nell’oscurità le lancette e gli indici erano luminescenti. Posizionando il répere o puntatore della lunetta in corrispondenza della lancetta dei minuti all’inizio di un’immersione, il tempo trascorso poteva essere letto direttamente sulla lunetta. Per evitare la rotazione involontaria della lunetta Fiechter ideò un meccanismo di blocco. E per le immersioni di gruppo, dove era importante sincronizzare gli orologi, dotò i Fifty Fathoms di un meccanismo blocca-secondi per immobilizzare le lancette quando si estraeva la corona. Questo permetteva ai membri del gruppo di regolare l’ora simultaneamente. Infine, sapendo che l’ambiente subacqueo era spesso interessato da campi magnetici, Fiechter protesse il movimento dal magnetismo inserendolo in una cassa di ferro dolce che fungeva da scudo. Mai prima di allora un orologio subacqueo era stato realizzato con una somma di funzioni e di caratteristiche studiate espressamente per il mondo sottomarino e per le esigenze di chi si immergeva.

Ciò che era ideale per la Marina francese era perfettamente adatto anche per il mondo civile. Il Fifty Fathoms si è affermato rapidamente come un elemento essenziale dell’equipaggiamento per l’immersione analogamente alle bombole, agli erogatori, alle maschere e alle pinne. Era considerato uno strumento talmente indispensabile che si trovava in vendita spesso nei negozi di articoli subacquei. Prendiamo per esempio l’AquaLung, che oltre a produrre bombole per l’immersione e apparecchi respiratori possedeva una rete di negozi che offrivano in vendita o in affitto non solo i propri prodotti ma anche gli orologi Fifty Fathoms. Il che conferma gli stretti legami tra i Fifty Fathoms e l’attrezzatura per le immersioni di AquaLung. Gli orologi in vendita nei negozi erano ordinati appositamente a Blancpain e portavano la scritta «Aqua Lung» sul quadrante.

La Marina francese non fu l’unica ad adottare per i suoi sommozzatori il Fifty Fathoms, che diventò l’orologio della Marina degli Stati Uniti, della Germania, della Spagna, di Israele e del Pakistan, per citare solo alcuni esempi. Ma è la sua storia con la Marina americana che spiega l’importante capitolo che le è dedicato nella vicenda storica dei Fifty Fathoms. Questi orologi Fifty Fathoms della US Navy divennero noti col nome di «MIL-SPEC». Oggi i modelli MIL-SPEC sono probabilmente i più ambiti e ricercati nel mercato «vintage»: i loro prezzi vanno alle stelle. Ed è proprio il patrimonio MIL-SPEC che ha ispirato la nuova edizione limitata di Blancpain chiamata Tribute to Fifty Fathoms MIL-SPEC, che ha suscitato clamore quando è stata presentata al Salone di Basilea del 2017. Torneremo più avanti sulla descrizione del nuovo modello in edizione limitata, ma percorriamo anzitutto la storia che gli sta dietro.

Omaggio al Fifty Fathoms MIL-SPEC

Questo capitolo della storia del Fifty Fathoms si articola intorno al distributore di Blancpain negli Stati Uniti. Allen V. Tornek (questo il suo nome) si era associato al fratello di Jean-Jacques Fiechter, René, che aveva incontrato a New York mentre cercava di evitare gli altissimi dazi doganali che gravavano sull’importazione di orologi negli USA. Allen V. Tornek, che aveva conosciuto Jean-Jacques grazie a René, strinse con Blancpain dei rapporti d’affari destinati a protrarsi per parecchi decenni.

C’è un elemento costante che ha accompagnato la storia del Fifty Fathoms: il ruolo decisivo ricoperto dalla passione per le immersioni nei momenti chiave. Inizialmente l’orologio era nato per opera di Jean-Jacques Fiechter in base alla sua esperienza come sub. La sua rinascita moderna è stata promossa da Marc A. Hayek, attuale Amministratore delegato di Blancpain, ed è anche in questo caso il frutto della sua passione per le immersioni. Nel caso di Tornek l’appassionato di immersioni era suo figlio Larry. Durante uno dei suoi primi incontri con Fiechter il padre del giovane Larry scoprì l’esistenza del Fifty Fathoms, e se ne interessò per via della recente passione subacquea del figlio. Quando rientrò in America portava con sé un esemplare dell’orologio. Larry naturalmente ne fu entusiasta, al punto che lo conserva tuttora, a mezzo secolo di distanza... A parte la soddisfazione di aver potuto offrire a suo figlio un regalo estremamente apprezzato, quell’orologio fece sorgere un’idea nella mente di Allen V. Tornek: perché non cercare di distribuire il Fifty Fathoms negli Stati Uniti e, dal momento che era stato adottato dalla Marina francese, perché non provare a convincere l’acquirente potenziale numero uno, la US Navy?

Affrontare la giungla labirintica che avvolge il mondo degli appalti governativi è un’impresa che dà i brividi, specialmente quando è coinvolto il settore militare. Tornek sapeva che aveva bisogno di una guida e si rivolse a un colonnello in pensione che risiedeva a Washington DC. A quell’epoca – siamo nel 1955 – la Marina statunitense stava elaborando i requisiti che dovevano possedere gli «orologi da polso sommergibili» (così li chiamavano). Era già difficile per Blancpain assicurarsi un contratto in circostanze normali, ma come se non bastasse Fiechter e Tornek dovettero scontrarsi con la forte propensione che la Marina nutriva per una marca di orologi americana. Infatti la US Navy stava elaborando i requisiti del futuro orologio proprio in collaborazione con la marca succitata, con l’intento sottinteso di affidarle la fornitura. Ad aggravare ulteriormente le difficoltà il Buy American Act prevedeva una serie di ostacoli per gli orologi non statunitensi, per esempio attraverso una norma che imponeva «l’acquisto» (teniamo a mente questa parola perché rivelerà la sua importanza via via che si svolge il nostro racconto) di rubini fabbricati in America e, ulteriore misura preclusiva, un dazio del 25%. Tutto remava contro Blancpain.

Tuttavia Tornek decise di affrontare il problema. Volò in Svizzera e incontrò Jean-Jacques Fiechter. A dispetto di ostacoli apparentemente proibitivi, e di una situazione che sembrava predisposta per assicurare inevitabilmente il contratto alla ditta americana, Fiechter e Tornek non si arresero.

La bozza del 1955 relativa alle caratteristiche richieste non nasceva certo dal nulla. I requisiti rispecchiavano in gran parte gli orologi Fifty Fathoms che erano già in possesso di altre Marine. Il documento si può leggere come una descrizione di ciò che Blancpain aveva inventato per primo oltre due anni prima, con un’unica aggiunta: un indicatore di umidità che, a quanto risulta, Blancpain aveva aggiunto successivamente.

Impermeabilità
3.6.1 Requisiti, Cassa, In generale
L’insieme cassa-vetro dev’essere sigillato e sufficientemente rigido da resistere a una pressione idrostatica di 175 libbre per pollice quadrato (pressione differenziale) senza che si verifichino infiltrazioni...
3.9 Requisiti, indicatore di umidità.
Un indicatore di umidità dev’essere fissato saldamente al quadrante in una posizione visibile. La rotazione libera delle lancette non dev’essere compromessa quando l’indicatore è in posizione.

Leggibilità al buio
3.7.1 Requisiti, Quadranti e Lancette, In generale
In questo orologio la leggibilità è d’importanza decisiva. Dovrà essere leggibile nell’oscurità completa. Badare che tutti i segni siano netti, con angoli vivi e facilmente distinguibili gli uni dagli altri, vicini o meno che siano. 

 

Caratteristiche delle lancette e della cassa del MIL-SPEC.

Caratteristiche delle lancette e della cassa del MIL-SPEC.

Omaggio al Fifty Fathoms MIL-SPEC

Poiché un sommozzatore al quale veniva consegnato L’OROLOGIO CON IL RESTO DELL’ATTREZZATURA DA IMMERSIONE non poteva sapere se l’orologio era stato usato in modo improprio da un altro sub, un indicatore di umidità sul quadrante rappresentava una MISURA DI SICUREZZA SUPPLEMENTARE.

3.7.4 Requisiti, Quadranti e Lancette
Le tre lancette devono essere nettamente diverse l’una dall’altra e devono staccarsi chiaramente dal fondo del quadrante, tanto se sono osservate alla luce del giorno quanto in una completa oscurità.

Anello girevole esterno
3.6.6 Requisiti, Anello girevole sulla cassa
L’orologio dev’essere dotato di un anello girevole nella posizione occupata normalmente dalla lunetta. (Durante l’uso l’anello verrà ruotato in modo da allineare il puntatore con una delle lancette.) L’anello dev’essere progettato per essere ruotato e regolato manualmente senza attrezzi, e protetto da movimenti involontari causati da sfregamenti, urti e vibrazioni.

Mentre aspettava che la marca di orologi americana da lei «favorita» mettesse a punto un orologio, la Marina americana aveva bisogno di soluzioni intermedie. E le riassunse in un rapporto del dicembre 1957 in cui dichiarava che Blancpain e un’altra marca svizzera disponevano di orologi accettabili per l’uso.

Blancpain restava però un passo avanti. Poteva contare già su oltre due anni di esperienza con il Fifty Fathoms. Fu proprio quell’esperienza che indusse Fiechter ad aggiungere una caratteristica al suo Fifty originale del 1953: un indicatore di umidità. L’idea era sensata. Fiechter sapeva che in molti contesti, e specialmente in ambito militare, non si maneggiava il Fifty Fathoms nello stesso modo in cui chiunque usava il suo orologio personale. Invece di essere affidato a un subacqueo libero di tenerlo e usarlo come se fosse il proprio orologio, il Fifty Fathoms era consegnato al personale militare all’inizio di una missione insieme al resto dell’attrezzatura subacquea, e andava restituito al personale responsabile dell’equipaggiamento al termine di un’immersione. Pertanto era probabile che un sommozzatore si immergesse ogni volta con un orologio diverso e senza avere la minima idea sul modo in cui era stato impiegato prima. In altre parole, il sommozzatore non poteva sapere se l’orologio che stava per indossare era stato maltrattato da qualcuno prima di lui. Fiechter considerava che questo fosse un rischio. Cosa poteva succedere se, durante una precedente immersione, la corona dell’orologio fosse stata presa in una rete o maneggiata imprudentemente dal sommozzatore, consentendo all’umidità di penetrare? Se non fossero stati segnalati, questi fatti sarebbero rimasti sconosciuti ai successivi utenti. La soluzione trovata da Fiechter era elegante. Un piccolo disco sul quadrante all’altezza delle ore 6 cambiava colore qualora l’umidità fosse penetrata nella cassa. Questa versione del Fifty Fathoms fu adottata non solo dalla Marina francese, ma anche da Jacques-Yves Cousteau e dal team che lo accompagnava nelle immersioni, anche durante le riprese del film Il mondo del silenzio, vincitore del premio Oscar.

Il verdetto della US NAVY dopo aver testato il Blancpain diceva: «SODDISFAZIONE VIRTUALMENTE COMPLETA».

Dopo aver preso visione dei requisiti elencati nella bozza della US Navy del 1955, Fiechter migliorò l’indicatore di umidità. Invece di un semplice disco che cambiava colore, mise a punto una versione bicolore: blu pallido su una metà e rosso sull’altra. Se l’umidità penetrava, la metà blu del disco cambiava colore e diventava rossa. Perciò quando un sommozzatore riceveva l’orologio per una missione, se il colore blu spiccava sul disco poteva indossare l’orologio con la certezza che l’impermeabilità non era stata compromessa in precedenza.

La serie di Fifty Fathoms dotata di indicatore bicolore di umidità è stata chiamata «MIL-SPEC» perché perfezionata conformemente alle specifiche della Marina militare.

Diversi orologi Blancpain MIL-SPEC sono stati testati dalla US Navy nel 1958. Oltre a Blancpain c’erano orologi di altre due aziende svizzere. L’orologio della società americana che la Marina aveva sostenuto era ancora in fase di sviluppo e quindi non fu testato. Fu confermata l’approvazione per l’uso temporaneo del Blancpain MIL-SPEC. Infatti era l’unico orologio nell’ambito di quel test che comprendeva tutti gli elementi elencati nella bozza di specifica del 1955. È interessante notare che l’unico altro orologio svizzero che era stato scelto nel 1957 per l’uso temporaneo accanto a quello di Blancpain fallì il test e fu cancellato dalla lista della Marina americana.

Una nuova serie di test si svolse nel 1959, evidentemente perché la società americana favorita aveva finalmente costruito il suo prototipo di orologio destinato alla US Navy. Lungi dal celare la sua preferenza, la Marina scriveva esplicitamente che «l’obiettivo primario» nell’eseguire il nuovo test consisteva nel valutare l’orologio americano in funzione parallelamente agli orologi svizzeri. Quanto a Blancpain, la Marina non vedeva la necessità di testarlo perché aveva superato lo stadio dei test con la sua sperimentazione pratica. La Marina scrisse: «Questo orologio [Blancpain] non è stato sottoposto a nessun test speciale dopo [il rendiconto del 1958], ma è stato usato in numerose immersioni operative di lavoro su base continua.»

L’orologio americano non superò il test. La Marina mise in luce una «tendenza dell’anello della lunetta a staccarsi». L’indicatore di umidità serviva solo per determinare la tenuta stagna al momento della fabbricazione. E il design del quadrante e delle lancette era «tutt’altro che eccellente». Invece l’unico orologio che ha superato ogni test e soddisfaceva tutti i requisiti era il Blancpain Fifty Fathoms MIL-SPEC. Il rapporto registra l’esperienza compiuta dalla Marina con dodici orologi Blancpain Fifty Fathoms MIL-SPEC durante la cosiddetta «Operazione HARDTACK». Quei dodici Blancpain sono stati indossati continuamente per tre o quattro mesi durante l’operazione. La descrizione dell’operazione parla da sola:

«Gli [orologi] sono stati impiegati attivamente dai sommozzatori in questo periodo e sottoposti a urti e a un uso intenso durante un lavoro pesante sia in superficie che in immersione. La profondità massima dell’immersione è stata di 185 piedi, ma un numero estremamente grande di immersioni è stato effettuato a profondità prossime a 150 piedi. Gli orologi sono stati impiegati principalmente in immersioni subacquee nelle quali il cronometraggio era estremamente critico, viste le profondità di cui stiamo parlando.»

Omaggio al Fifty Fathoms MIL-SPEC
Omaggio al Fifty Fathoms MIL-SPEC

Durante i test L’UNICO OROLOGIO che ha superato ogni test è stato il FIFTY FATHOMS.

La performance degli orologi era definita «molto soddisfacente» e nessuno degli orologi «ha mostrato la presenza di infiltrazioni». La lunetta girevole ricevette una menzione speciale:

«L’anello esterno degli orologi fu presto considerato un dispositivo indispensabile... La facilità nel maneggiare l’anello e la leggibilità delle cifre erano chiaramente superiori nell’orologio Blancpain rispetto a vari altri tipi che erano in uso allora.»

Non solo, due altre caratteristiche particolari furono rilevate nei modelli Blancpain:

«Due caratteristiche apparentemente secondarie – il fatto che per regolare l’ora non era necessario svitare un cappuccio impermeabilizzante, e che le lancette si bloccavano quando l’albero della corona era estratto – si rivelarono entrambe preziose nei casi in cui occorreva effettuare una rapida “sincronizzazione” di più orologi. Notare che la mancanza di un cappuccio impermeabilizzante non pregiudicava affatto la resistenza alle infiltrazioni.»

Il rapporto si riferisce a due elementi che Blancpain aveva inserito nel Fifty Fathoms fin dalle prime versioni realizzate da Fiechter. I movimenti erano progettati per «bloccarsi» quando la corona era estratta nella posizione di regolazione dell’ora. Questo permetteva la facilità di sincronizzazione citata nel documento. La maggiore impermeabilità, senza bisogno di un cappuccio a vite, è frutto della corona con doppio giunto brevettata sempre da Fiechter.

La conclusione del rapporto non risparmia le lodi:

«In sintesi gli esperimenti condotti con 12 orologi subacquei Blancpain durante l’operazione HARDTACK hanno dato risultati che possiamo definire totalmente soddisfacenti. Non siamo in grado di proporre miglioramenti.»

Un’ulteriore osservazione salta agli occhi nelle pagine in cui il rapporto del 1959 elenca tutti i requisiti richiesti dai militari e i risultati ottenuti dagli orologi. L’unico orologio giudicato «soddisfacente» sotto tutti gli aspetti esaminati dalla Marina era il Blancpain.

Due altri documenti relativi alle caratteristiche tecniche degli orologi furono redatti dalla Marina: uno nel settembre 1959 e una sua versione successiva nel marzo 1961. La differenza tra i due riguarda principalmente l’aggiunta di criteri amagnetici. La versione del 1961 aggiungeva questo elemento per eliminare il rischio che gli orologi facessero esplodere mine attivabili magneticamente. Il Fifty Fathoms era qualificato per entrambi i casi. La versione del 1959 di questa specifica definiva il Fifty Fathoms MIL-SPEC originale, chiamato a volte MIL-SPEC 1. La versione amagnetica definiva il successivo Fifty Fathoms MIL-SPEC 2.1

Malgrado tutti i collaudi che avevano subito in precedenza, queste specifiche tecniche dovevano affontare test di qualificazione presso una struttura militare. Il sito scelto dalla Navy fu il Frankford Arsenal di Filadelfia. Aperto nel 1816, durante la presidenza di James Madison, era allora una piccola fabbrica di armi e munizioni.2 Larry Tornek assistette ai test dl qualificazione e li ricordava vividamente. Diplomatosi presso la prestigiosa Wharton Business School di Filadelfia, Larry era stato incaricato da suo padre di partecipare per conto di Blancpain. I test erano severissimi, e uno in particolare era fisso nella sua memoria. Il paragrafo 4.4.9.1, concepito per verificare la robustezza del cristallo, richiedeva di posare un tubo d’acciaio lungo 40 pollici sul cristallo dell’orologio e di far cadere una palla d’acciaio massiccio di 5/8 pollici sul tubo in modo da colpire il cristallo!

¹ I MIL-SPEC 2 sono orologi estremamente rari oggigiorno. Erano fabbricati con metalli speciali che presentavano una scarsissima attrazione magnetica, avevano finiture spazzolate per proteggerle dal luccichio e un movimento che impiegava del berillio. Poiché erano destinati a far parte dell’equipaggiamento dei sommozzatori militari e non all’uso personale, solo un numero ridottissimo di esemplari finì in mano di privati.

² Il Frankford Arsenal ha chiuso le operazioni governative nel 1977. Oggi è un’area commerciale.

Il Frankford Arsenal negli anni 1950, sede di collaudi della US Navy.

Il Frankford Arsenal negli anni 1950, sede di collaudi della US Navy.

Blancpain aveva ottenuto contratti dalla Marina per entrambi i modelli MIL-SPEC e MIL-SPEC 2. Ma questo non esimeva né Tornek né Blancpain dal rispettare le disposizioni del Buy American Act e tutte le contorsioni che ne derivavano. Particolarmente divertente fu l’acquisto dei rubini. L’obbligo era di «acquistare» rubini americani, ma fortunatamente non imponeva di «usarli». Dato che la qualità delle pietre americane a quell’epoca era molto modesta, Tornek acquistò i rubini come voleva la legge – e li gettò via immediatamente.

Tenendo conto dell’energia e degli sforzi (oltre che dello spreco di rubini) che Blancpain e Tornek dedicarono in questa fase della storia ai Fifty Fathoms, i risultati finanziari furono piuttosto deludenti. Ciò era dovuto in gran parte ai sistemi che la Marina usava nelle sue ordinazioni. Anziché ordinare grandi quantità di orologi per volta, ordinava periodicamente quantità relativamente piccole. Ovviamente questa prassi rendeva la produzione più difficile e costosa. Non solo le quantità richieste in ogni ordinativo erano frustranti, ma a volte i numeri erano piuttosto strani. Un ordine prevedeva per esempio 631 orologi. Perché non una bella cifra tonda? Perché la US Navy voleva 600 orologi + il 5% come riserva e un singolo esemplare per fare buon peso!

Il MIL-SPEC, il terzo della serie prodotta in edizione limitata del Tribute to Fifty Fathoms, si ispirava a questa ricca storia. L’eredità MIL-SPEC è immediatamente visibile grazie alla presenza sul quadrante di un indicatore bicolore di umidità all’altezza delle ore 6, la stessa posizione che occupava negli orologi originali. Analogamente al modello originale, il cambio di colore segnalava qualsiasi presenza di umidità. La metà superiore del disco è di colore bianco. Esposto all’umidità, il colore diventava rosso, segnale di avvertenza. Anche il quadrante del Tribute ricordava gli orologi della Marina con i suoi indici a bastoncino all’altezza delle ore 3, 6 e 9 e con i punti in rilievo per gli intervalli di cinque minuti. Naturalmente c’era un grande punto di riferimento all’altezza delle 12. I requisiti imposti dalla Marina esigevano la scritta «U.S.» sotto il nome di Blancpain. Ovviamente questo particolare è stato omesso.

Creare un orologio Tribute non significava rinunciare alle innovazioni moderne introdotte da Blancpain, anzi, il Tribute MIL-SPEC sfrutta il know-how acquisito dalla marca. Il movimento a carica automatica è dotato di due bariletti che garantiscono una riserva di carica di 96 ore. Il bilanciere senza racchetta possiede viti di regolazione d’oro e spirale in silicio. Quest’ultima offre una protezione dal magnetismo paragonabile a quella che offrivano le casse interne di ferro dolce dei modelli «vintage». Il Tribute moderno possiede un fondocassa di zaffiro trasparente che permette di osservare le finiture raffinate del movimento, compreso il rotore d’oro massiccio con rivestimento in NAC (una lega di platino) e il logo Blancpain.

Un altro elemento importante adottato nel Tribute MIL-SPEC è la lunetta di zaffiro bombata. Creata da Blancpain nel 2003 per concorrere alla celebrazione del 50° anniversario del Fifty Fathoms, la lunetta arrotondata ha un fascino e una luminosità speciali che solo lo zaffiro massiccio può garantire. Si tratta di un ulteriore vantaggio superato solo dal diamante: lo zaffiro è straordinariamente duro e quindi resistente ai graffi.

Omaggio al Fifty Fathoms MIL-SPEC
Le caratteristiche del quadrante prescritte dalla US Navy, compreso l’indicatore di umidità obbligatorio.

Le caratteristiche del quadrante prescritte dalla US Navy, compreso l’indicatore di umidità obbligatorio.

Storicamente parlando, nei tre decenni che JeanJacques Fiechter ha trascorso come CEO di Blancpain gli orologi Fifty Fathoms sono stati prodotti in una gamma di dimensioni diverse. Il Tribute MIL-SPEC rispetta in pieno la tradizione con il suo diametro di 40,30 mm. I conoscitori possono scegliere ora nella collezione Fifty Fathoms fra modelli che vanno da 38 mm a 58,65 mm di diametro.

Per concludere: l’edizione del Tribute to Fifty Fathoms MIL-SPEC è limitata a soli 500 esemplari. 

La nuova edizione limitata del Tribute to Fifty Fathoms MIL-SPEC.

La nuova edizione limitata del Tribute to Fifty Fathoms MIL-SPEC.

Capitolo 02

Métiers d’art Pittura a smalto

Gli artisti Blancpain sposano tradizione e nuova creatività.

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