Capitolo 8
I nuovi modelli della collezione Ladybird si vestono di tonalità vivaci.
Gli orologi da donna sono un classico Blancpain da quasi un secolo. Per i suoi primi modelli da donna, Blancpain scelse il nome “Ladybird”. All’epoca, a capo di Blancpain c’era Betty Fiechter, la prima donna a guidare una grande casa orologiera svizzera. Il modello Ladybird da lei creato passò alla storia come il primo orologio da donna progettato da una donna. Tra i numerosi motivi di vanto e sulla scia della moda dell’epoca, che imponeva orologi da donna sempre più piccoli, il modello Ladybird stabilì un autentico record mondiale grazie al più piccolo movimento rotondo mai prodotto. L’orologio più prezioso posseduto da Marilyn Monroe era proprio un elegante Blancpain tempestato di diamanti. Il savoir-faire Blancpain nella produzione di movimenti di piccole dimensioni destinati agli orologi da donna era tale che, per i propri modelli, numerose altre case orologiere svizzere decisero di affidarsi ai movimenti Blancpain. Il design dell’attuale collezione Ladybird è ispirato ai sofisticati gusti delle donne moderne. Blancpain è orgogliosa di notare che le complicazioni e i movimenti meccanici superbamente rifiniti che contraddistinguono i modelli Ladybird sono ancora oggi così apprezzati dalle vere conoscitrici di orologi. Lo stesso discorso vale per le decorazioni artistiche, come la raffinata incastonatura delle pietre, nonché per i quadranti in madreperla e i cinturini colorati e facilmente intercambiabili.
Che cosa si cela dietro a un nome? L’eco di un grandioso passato? Orologi così speciali da cambiare per sempre la storia? Oppure qualcos’altro? Riunendo i suoi modelli da donna più recenti insieme a quelli del passato, sotto lo stesso nome, “Ladybird”, Blancpain vuole evocare tutte queste cose insieme: un grandioso passato, segnatempo speciali e molto altro ancora...
Il primo Ladybird vide la luce nel 1956, quando Blancpain era guidata da Betty Fiechter e dal nipote Jean-Jacques Fiechter. La moda dell’epoca privilegiava orologi da donna di piccole dimensioni. Per comprendere la portata dell’impresa alla base del movimento, straordinariamente piccolo, del primo Ladybird, occorre tener presente che la progettazione di qualsiasi movimento per orologi di lusso presenta una miriade di sfide meccaniche e strutturali. Più si riducono le dimensioni, più le difficoltà aumentano in maniera esponenziale. Betty e il nipote furono ancora più ambiziosi, perché non si limitarono ad accrescere il fascino del Ladybird riducendone il diametro, ma puntarono, addirittura, a ottenere il minor diametro di sempre. Per vincere la sfida, crearono il movimento rotondo con il diametro più ridotto esistente al mondo. Spingendosi oltre questa prima assoluta nel campo dell’orologeria, integrarono nel nuovo modello una serie di innovazioni volte a migliorarne la robustezza. In generale, se si riducono le dimensioni di un movimento meccanico, la sua fragilità aumenta: è uno degli assiomi dell’orologeria. All’epoca, per esempio, il piccolo movimento rettangolare per modelli da donna di una maison concorrente era diventato famoso proprio per la delicatezza e la tendenza a rompersi. Il primo Ladybird di Blancpain riuscì a rovesciare questo paradigma aggiungendo una ruota al treno degli ingranaggi del movimento e ottenendo così dimensioni da record, ma anche la necessaria affidabilità.
La creazione del Ladybird fu un trampolino di lancio che consentì a Blancpain di raggiungere l’Olimpo nel settore degli orologi da donna. In effetti, la produzione di piccoli movimenti per modelli da donna portò Blancpain a diventare una delle maison svizzere più in vista al mondo. Non è un caso che una stella del cinema come Marilyn Monroe indossasse un Blancpain tempestato di diamanti.
Senza nulla togliere all’importanza di questi traguardi, il Ladybird ha rappresentato qualcosa di più. Questo modello, infatti, ha incarnato l’iniziativa, la determinazione e la lungimiranza o, per meglio dire, l’audacia di Betty Fiechter, audacia che dimostrò innanzitutto prendendo le redini di Blancpain dopo la morte del suo mentore, Frédéric-Émile Blancpain. Frédéric-Émile fu l’ultimo membro della famiglia Blancpain a guidare l’azienda, privilegio che, a partire dalla fondazione della maison orologiera nel 1735, era rimasto senza interruzioni appannaggio esclusivo della famiglia per sette generazioni. Partita come apprendista nel 1915, Betty era diventata una collaboratrice di fiducia di Frédéric-Émile, arrivando a occupare ruoli chiave quali Direttrice di produzione, Direttrice tecnica e Direttricecommerciale. La fiducia di cui godeva era tale che, quando Frédéric-Émile si trasferì a Losanna nei suoi ultimi anni di vita, affidò a Betty la gestione diretta delle strutture aziendali di Villeret, paesino in cui Blancpain era stata fondata.
Quando nel 1932 Frédéric-Émile morì, Betty decise di acquistare Blancpain insieme al suo Direttore commerciale, André Léal.
In relazione al passaggio di Blancpain a Betty Fiechter dopo 200 anni di proprietà da parte della famiglia fondatrice ci è rimasta una toccante lettera. La figlia di Frédéric-Émile, Nellie, scrisse a Betty:
“Mia cara Betty,
Come puoi immaginare, non è senza una dolorosa stretta al cuore che vedo chiudersi il periodo che mi lega a tutti i miei ricordi d’infanzia e di gioventù. La morte di papà e la fine del legame con Villeret mi riempiono di tristezza, ma posso assicurarti che l’unica prospettiva in grado di alleviare tanta tristezza è sapere che sarai tu a rilevare l’azienda insieme al sig. Léal. Grazie a questa provvidenziale soluzione, sono certa che l’eredità del nostro inestimabile passato verrà coltivata e rispettata in ogni momento.
Per papà sei stata una collaboratrice amata e preziosa. Voglio ancora una volta ringraziarti per il tuo immenso e incrollabile affetto, che custodirò per sempre nel mio cuore.
Con amicizia, Nellie”
L’ascesa di Betty al vertice di Blancpain appare ancora più notevole se si considera che fu la prima donna in assoluto a possedere o guidare una grande maison orologiera svizzera. Per contestualizzare la portata dell’evento, si tenga presente che, all’epoca, in Svizzera, non soltanto c’erano poche donne in ruoli di peso del mondo degli affari, ma in molti Cantoni le donne non godevano nemmeno del diritto di voto.
Lo spirito pionieristico dimostrato da Betty nel porsi alla guida dell’azienda venne, tuttavia, ben presto sottoposto a una serie di prove che avrebbero quasi certamente piegato dirigenti meno forti e capaci di lei. Il destino le assestò subito due tremendi colpi. Una particolarità della legge svizzera la privò, infatti, del diritto di continuare a utilizzare il nome “Blancpain”. Un’azienda svizzera non poteva continuare a utilizzare un nome di famiglia se tra i suoi soci non vi era più alcun membro di tale famiglia. Fu così che Betty fu costretta a trasformare la denominazione “Blancpain” in “Rayville”, nome che riecheggiava quello del villaggio di Villeret in cui l’azienda aveva sede. Per fortuna, questa restrizione legale venne in seguito abolita, consentendole di ripristinare la denominazione storica. Alla perdita del nome commerciale fece seguito, poco dopo, la morte di André Léal, suo principale partner aziendale, durante un viaggio di lavoro.
Le difficoltà proseguirono con l’arrivo della Grande Depressione e della Seconda guerra mondiale. In questo periodo, infatti, si assistette al fallimento di numerosissime aziende in tutta la Svizzera e il settore orologiero fu uno tra i più colpiti. Un semplice dato testimonia con sufficiente chiarezza le difficoltà che dovette affrontare l’industria orologiera svizzera: nel solo villaggio di Villeret, che era arrivato a ospitare ben 200 diverse maison orologiere, tale numero evaporò sempre di più, fino a scendere ad appena 3 aziende, di cui Blancpain era la più grande. Nonostante tutto, Betty non si perse d’animo, guidando Blancpain attraverso tutti questi pericoli, rivelatisi fatali per tanti altri imprenditori meno audaci e talentuosi. Le scelte strategiche che consentirono a Blancpain di sopravvivere furono due. La prima fu lo sviluppo degli orologi da donna. Come gli aficionados di Blancpain ben sanno, il secondo pilastro fu, invece, la creazione del Fifty Fathoms. La nascita del Ladybird si inserisce, ovviamente, nel primo filone di sviluppo.
Sotto molti punti vista, il trionfo ottenuto da Betty con la creazione del Ladybird fece di quest’orologio non soltanto un esempio dei più raffinati savoir-faire orologieri, ma anche un simbolo della sicurezza di sé e della forza di carattere delle donne. L’eredità di Betty Fiechter è ancora oggi fonte di ispirazione per la collezione di orologi da donna Blancpain ed è alla base della scelta di riunire tutti questi modelli sotto il nome Ladybird. È così che lo spirito dei primi Ladybird e del Blancpain di Marilyn Monroe rivive anche negli ultimi modelli, sapientemente reinterpretati per adattarsi ai gusti di oggi.
La creazione dell’ultimo Ladybird, battezzato Ladybird Colors, ha richiesto a Blancpain ben quattro anni di lavoro. L’obiettivo di partenza era assolutamente chiaro. Molti dei modelli delle attuali collezioni sono indossati sia dagli uomini che dalle donne. Alcuni esempi sono i Bathyscaphe e gli Air Command di diametro ridotto. Come il Ladybird originale, orologio progettato da una donna per le donne, il nuovo modello doveva essere risolutamente femminile. Un orologio da donna! I progettisti si misero al lavoro su ogni singolo dettaglio. La prima decisione da prendere riguardava le dimensioni. Rispetto alla moda degli anni Cinquanta, che prediligeva orologi da donna del diametro più ridotto possibile, oggi la preferenza va a dimensioni maggiori e più versatili. Ma quali dovevano essere esattamente queste maggiori dimensioni? I fattori in gioco sono numerosi. La sagomatura delle anse svolge un ruolo determinante nel modo in cui l’orologio si adatta al polso. Detto in parole povere, l’orologio “calzerà largo” o “calzerà stretto”? Incurvando leggermente le anse verso il basso, Blancpain è riuscita a far sì che la nuova cassa si adatti a un’ampia varietà di polsi femminili. A questo punto, occorre trovare un equilibrio fra tre diversi fattori: il diametro effettivo, le dimensioni del quadrante rispetto al diametro e lo spessore della cassa. L’armonizzazione di questi tre fattori, ottenuta stampando in 3D campioni di diverse dimensioni, ha portato a scegliere un diametro di 34,9 mm e un quadrante di 28 mm.
Il solo quadrante ha richiesto anni di prove. L’idea chiave era il decentramento degli elementi principali: gli indici e i due anelli di diamanti. Il decentramento regala all’orologio un carattere e un impatto visivo del tutto particolari. Gli elementi più grandi sono stati collocati nella parte superiore del quadrante, per poi diminuire gradualmente di dimensioni scendendo verso il basso. Il design dei due anelli con diamanti incastonati ricalca la stessa geometria, con l’anello più piccolo che forma un sottoquadrante sulle ore 6, sovrapponendosi in parte al cerchio più grande. Il quadrante pullula di dettagli raffinati. Riecheggiando gli indici di dimensioni decrescenti, i due cerchi di diamanti sono costituiti da pietre più grandi in alto e pietre più piccole a mano a mano che ci si avvicina alla parte inferiore del quadrante. L’obiettivo perseguito è evidente: formando un sottoquadrante, la presenza del cerchio più piccolo avrebbe permesso di creare due diverse versioni, una caratterizzata da una indicazione dei secondi classica e l’altra con indicazione dei secondi e fasi lunari.
Alla base dell’affascinante impatto visivo del quadrante si celano savoir-faire e abilità artigianali di altissimo livello. Tutto parte da una varietà di madreperla eccezionale, che costituisce il palcoscenico su cui fanno sfoggio di sé gli indici e gli anelli con diamanti incastonati. L’intrigante luminescenza bianco pallida e le delicate ondulazioni che caratterizzano il quadrante si trovano soltanto in un numero incredibilmente ridotto di conchiglie. Questo bianco scintillante si ottiene soltanto utilizzando alcune conchiglie la cui madreperla è classificata come “extra white”, cioè il livello migliore possibile. Spingendosi addirittura al di là dell’etereo splendore della categoria “extra white”, il sofisticato aspetto di questa rarissima madreperla appartiene a una sottovarietà ancora più esclusiva inizialmente chiamata bulles de savon, cioè “bolle di sapone”. Presente in una minuscola percentuale di conchiglie di categoria “extra white” e, tra l’altro, soltanto in una piccola parte della conchiglia, la madreperla “bolla di sapone” con le sue delicate forme ondulate regala al quadrante un’ulteriore profondità visiva. Per rendersi conto di quanto sia rara questa combinazionedi criteri (conchiglie “extra white” e madreperla “bolla di sapone”), basti pensare che serve un intero container di conchiglie di allevamento per trovare un ridottissimo numero di sezioni di conchiglia utilizzabili per i quadranti Blancpain. In ogni caso, il resto delle conchiglie è destinato a utilizzi meno selettivi; pertanto, non si verificano sprechi.
Una volta intagliati, i dischi di madreperla si rivelano eccezionalmente sottili. Ineffetti, sono così sottili da risultare semi-trasparenti. Per essere utilizzati per il quadrante, i dischi vengono prima dipinti con una vernice bianca sul lato posteriore, in modo da garantire una lucentezza bianca al lato anteriore e, successivamente, incollati a un disco in argento tedesco. Le ulteriori fasi di lavorazione comprendono l’applicazione, sul lato inferiore del disco di argento tedesco, di una serie di piedini necessari a fissare il quadrante al movimento, la creazione dei fori per le lancette, la realizzazione mediante fresatura delle scanalature a forma di anello destinate agli inserti su cui verranno incastonati i diamanti (maggiori dettagli più avanti) e, sui modelli con fasi lunari, l’intaglio, ottenuto sempre mediante fresatura, dell’apertura destinata a ospitare il display delle fasi lunari.
La procedura successiva riguarda la stampa degli indici. Per un quadrante standard, la stampa viene eseguita una volta sola. Per regalare ulteriore profondità al quadrante del Ladybird Colors, gli indici vengono, invece, stampati ben cinque volte. Questa procedura richiede un’abilità fuori dal comune, perché il quadrantista deve stabilire correttamente l’intervallo di tempo tra un’applicazione di inchiostro e quella successiva. Per aggiungere un nuovo strato, l’inchiostro dell’applicazione precedente deve essere sufficientemente asciutto: non ci sono margini di errore. Basandosi sulla propria esperienza, il quadrantista deve tenere conto di fattori quali umidità e temperatura ambiente. Le cose si fanno ancora più complesse con la versione Colors, poiché, in questo caso, la stessa procedura viene svolta in maniera separata per ciascun colore.
La creazione degli anelli interni con diamanti incastonati è anch’essa una vera e propria forma d’arte. Si comincia dalla creazione degli anelli mediante fresatura a partire da una mattonella d’oro quadrata. Nei modelli Ladybird Colors in oro rosso, l’anello è realizzato con oro rosa 4N (l’oro 4N è leggermente meno rosso rispetto alla cassa, realizzata con oro 5N); nei modelli in oro bianco, invece, gli anelli hanno la stessa tonalità della cassa. La creazione degli anelli comprende cinque fasi, che vanno dall’intaglio della mattonella d’oro fino al posizionamento definitivo, ultima fase prima dell’incastonatura dei diamanti. L’incastonatura delle pietre, interamente svolta a mano, è resa più complessa dal fatto che la larghezza degli anelli, massima in corrispondenza delle ore 12, diminuisce a mano a mano che ci si avvicina alle ore 6. Per adattarsi allo spazio via via sempre più stretto, sono necessari diamanti di undici misure diverse.
Una posizione per volta, l’incastonatore seleziona una pietra delle giuste dimensioni e la applica, servendosi di un utensile chiamato poussoir, che solleva la pietra grazie a una piccola goccia d’olio. In ogni caso, l’incastonatore non si limita a collocare il diamante nella propria posizione, ma orienta le sfaccettature in modo che queste seguano la curva dell’anello. Una volta posizionata in maniera corretta, la pietra viene fissata grazie a quattro piccoli “grani” d’oro, applicati a mano. Levigatura a mano e pulizia rappresentano le ultime fasi della procedura di realizzazione degli anelli, ormai pronti per essere inseriti sul quadrante di madreperla.
Un altro elemento chiave del design di questo modello è la freschezza dei colori. In tutte le versioni, tranne una, del nuovo Ladybird Colors, il colore degli indici corrisponde a quello del cinturino; i colori disponibili sono cinque: blu notte, verde pavone, verde foresta, lilla e turchese. L’unica eccezione è il modello Colors. I suoi indici, come suggerito dal nome, sfoggiano un arcobaleno di colori. Questa scala cromatica consente l’abbinamento con cinque cinturini di diverso colore, forniti insieme all’orologio. Per facilitare la sostituzione del colore secondo il proprio umore, il cinturino è dotato di una barretta a molla sotto cui si cela un’aletta. Premendo l’aletta, togliere il cinturino e cambiarlo diventa facilissimo. Lo stesso sistema è utilizzato per la fibbia in oro tempestata di diamanti. Anche questa, quindi, può essere facilmente trasferita da un cinturino all’altro. Grazie a questo sistema di sostituzione di cinturino e fibbia, che facilita il passaggio da un cinturino all’altro, la gamma cromatica a disposizione consente di scegliere il colore più adatto a ogni occasione.
Il nuovo Ladybird Colors è dotato di un calibro 1150, prodotto internamente da Blancpain. Rispetto ai movimenti a bariletto singolo spesso utilizzati nei modelli da donna, il 1150 si distingue per avere due bariletti a molla, soluzione che offre all’orologio una riserva di carica di 100 ore. In questo modo, è possibile riporre il proprio Blancpain in un cassetto per più di un fine settimana e ritrovarlo pronto senza dover regolare di nuovo l’ora. Il rotore di carica automatica, realizzato in oro 22 carati, è sagomato ad arco, in sintonia con lo spirito del quadrante. Finemente rifinito e caratterizzato da un rotore di colore a contrasto, il movimento può essere ammirato attraverso il fondello in zaffiro.
Il nuovo Ladybird Colors raccoglie l’eredità di Betty Fiechter in modo piacevolmente moderno.