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Capitolo 1

Villeret Tourbillon Volant Heure Sautante Minute Rétrograde

Il nuovo volto del tourbillon diventato un marchio di Blancpain.

Autori del capitolo

JEFFREY S. KINGSTON

Autori del capitolo

JEFFREY S. KINGSTON
Villeret Tourbillon Volant  Heure Sautante  Minute Rétrograde
Villeret Tourbillon Volant Heure Sautante Minute Rétrograde
Numero 19 Capitolo 1
Villeret Tourbillon Volant  Heure Sautante  Minute Rétrograde

La sospensione invisibile e il sistema di trasmissione del nuovo Villeret Tourbillon DESTANO AMMIRAZIONE.

È successo a tutti noi di vedere dei maghi agitare con mosse stravaganti le loro cappe o i loro mantelli sopra questo o quell’oggetto, sfruttando le loro capacità teatrali. Con il viso raggiante e le sopracciglia inarcate danno vita a un drammatico crescendo scandito dalla frase «Ora lo vedete»... (il pubblico trattiene il respiro) ... «e ora non più.» Si direbbe quasi che la marca Blancpain, con il più recente dei suoi tourbillon, si sia sostituita ai maghi affermando però: «Ora non lo vedete, e ora ­continuate a non vederlo.» Che cosa è successo? È successo che la versione più recente del tourbillon volante di Blancpain, vera e propria firma della marca, sembra fluttuare nello spazio, mosso da forze invisibili. Ma questa presentazione spettacolare non è frutto di magia. È il risultato di un’architettura che colloca il tourbillon sopra un invisibile ponte trasparente, mentre la sua energia è fornita da un ingranaggio nascosto.

La sospensione invisibile e l’ingranaggio di trasmissione dell’energia creano il fattore sorpresa che caratterizza il nuovo modello Villeret Tourbillon Volant Heure Sautante Minute Rétrograde. Presentato al mondo nel 2018, questo elemento inedito è quasi sicuramente la prima cosa che si nota quando si prende in mano l’orologio. Ma si tratta solo di una delle molte innovazioni racchiuse nel modello più recente della collezione Villeret. Oltre alla struttura del tourbillon, spiccano in questo modello tre altri elementi inediti per Blancpain. Il primo è l’ora a scatto associata a un tourbillon. Il secondo la lancetta dei minuti ad andamento retrogrado accoppiata a un tourbillon. Il terzo è il quadrante smaltato di bianco e dipinto a mano. Presi uno per uno o nel loro insieme, questi elementi mostrano quale grande ambizione ha ispirato la concezione e la creazione di questo orologio.

Com’è ovvio, la nostra analisi inizia dal tourbillon. Dal momento del suo lancio, nel 1989, il tourbillon creato da Blancpain è diventato ormai un emblema della marca. Si tratta niente di meno del primo ­tourbillon volante al mondo contenuto in un orologio da polso. Se ha senso definire «standard» una ­complicazione come il tourbillon, in tutto il mondo ­dell’orologeria il modo «standard» di costruire un tourbillon consiste nel sospendere i suoi elementi – la gabbia, il bilanciere, la sua molla e lo scappamento – tra due ponti: uno superiore e uno inferiore. ­Ancorati sopra e sotto, questi elementi chiave ai fini della precisione ruotano compensando i piccoli errori di marcia causati dalla gravità quando l’orologio assume la posizione verticale. Blancpain invece ha introdotto una soluzione assai più difficile da realizzare, eliminando il ponte superiore e sostenendo il tourbillon unicamente dal basso. Gli orologiai definiscono ­«volante» questa struttura, in cui nulla sorvola lo ­spazio od ostacola la vista del tourbillon dal lato ­quadrante. La gabbia, il bilanciere e lo scappamento espongono in piena evidenza il complesso spettacolo che offre il movimento: la gabbia che ruota una volta al minuto, le oscillazioni del bilanciere e lo scappamento che si muove intorno alla ruota fissa.

Villeret Tourbillon Volant  Heure Sautante  Minute Rétrograde

A PARTE LA SUA ARCHITETTURA, il nuovo tourbillon di Blancpain contiene una serie di «prime mondiali».

L’innovazione progettata da Blancpain presenta un ulteriore elemento chiave. Le soluzioni standard su citate seguono la concezione originale del primo ­tourbillon al mondo brevettato da Abraham-Louis Breguet nel 18011, che colloca il bilanciere al centro della gabbia rotante. Quando Blancpain ha analizzato qual era l’uso corrente, ha concluso che decentrare il bilanciere avrebbe consentito di ottenere un profilo più piatto. Il risultato è stato non solo la nascita del primo tourbillon volante esistente al mondo, ma anche l’assemblaggio del tourbillon più piatto – sempre a ­livello mondiale.

Nei tre decenni successivi al suo lancio, questa pionieristica architettura del tourbillon è diventata un simbolo di Blancpain. E occupa un posto d’onore tra i tourbillon prodotti nello stesso arco di tempo, definendo generalmente la struttura di tutti i tourbillon a eccezione della grande complicazione del 1735. Detto questo, i progettisti di Blancpain hanno concepito due importanti modifiche per creare l’illusione di un tourbillon che ruota nello spazio. La prima riguarda il ponte inferiore. Dal 1989 in poi tutti i tourbillon sono stati costruiti con un ponte di metallo che si estende sotto l’oblò del tourbillon. All’interno di questo ponte inferiore si trovano i cuscinetti a sfera di ceramica che sostengono il tourbillon volante, e al di sopra c’è la ruota fissa attorno alla quale ruota il tourbillon.

Il nuovo calibro 260MR elimina il ponte metallico ­inferiore. Espressa in questi termini, la descrizione potrebbe dare i brividi ai conoscitori... Se la struttura volante elimina il ponte superiore, e la nuova architettura elimina il ponte metallico inferiore, che cosa mai sostiene il tourbillon? Dove sta il trucco? Naturalmente il tourbillon è ben sostenuto dal basso. Il trucco consiste in un supporto di zaffiro invisibile. I cuscinetti e la ruota fissa sono montati entrambi sullo zaffiro trasparente. E questo è il primo passo per ottenere il sorprendente aspetto del nuovo tourbillon.

Il secondo passo è altrettanto intelligente. Dal 1989 i classici tourbillon di Blancpain sono stati tutti guidati da un pignone incentrato sulla gabbia, il quale lavora con l’ingranaggio posto sotto il ponte inferiore. Il calibro 260MR introduce una novità. Invece di un pignone centrale, la gabbia è munita di una ruota esterna nascosta dietro il quadrante. Osservando da vicino si possono vedere due braccia che si estendono verso l’esterno dalla gabbia. Il collegamento con la ruota è nascosto dalla ruota stessa, a sua volta impegnata con l’ingranaggio. 

La combinazione di questi due ingegnosi elementi – il montaggio sullo zaffiro e la ruota esterna nascosta – spiega la straordinaria sensazione che il tourbillon ­ruoti nello spazio, alimentato da connessioni invisibili. 

Questo progetto, che ha richiesto quasi quattro anni interi, in origine prevedeva di visualizzare l’ora mediante un’ora a scatto all’interno di una finestrella, e una tradizionale lancetta dei minuti. Un’ora a scatto rappresenta una complicazione: l’ora è indicata da un digit che, come dice il suo nome, «scatta» passando all’ora successiva mentre il tempo supera i 59 minuti e 59 secondi. Tuttavia questa combinazione di ora a scatto e lancetta dei minuti tradizionale poneva un problema ai progettisti di Blancpain. Quando l’indicazione dell’ora procedeva oltre i 59 minuti poteva sorgere un’ambiguità causata dalla misurazione dello scatto. L’ora era già scattata o stava per scattare? L’ora visualizzata era quella precedente o quella successiva? Dopo un minuto l’incertezza sarebbe scomparsa, perché ci sarebbe stata la certezza che lo «scatto» era già avvenuto. Tuttavia, per alcuni secondi in ogni ora ­poteva regnare l’incertezza sull’ora esatta.

Per risolvere questo problema, Blancpain ha deciso di associare l’ora a scatto a un display dei minuti ad ­andamento retrogrado. Di che si tratta esattamente? Un display dei minuti retrogradi è quello in cui, alla fine dell’ora, la lancetta dei minuti inverte istantaneamente il suo movimento e torna sullo zero, ossia ­«retrograda», come dicono nel loro gergo gli orologiai. Combinando e collegando una lancetta dei minuti ad andamento retrogrado immediato con l’ora che scatta istantaneamente si elimina ogni ambiguità. Detto altrimenti, se lo scatto dell’ora e la lancetta dei minuti ad andamento retrogrado cadessero nello stesso istante, svanirebbe ogni incertezza. Non appena la lancetta dei minuti torna a zero, si sa con certezza che l’ora è cambiata. Prima di quel momento invece è certo che l’ora non è ancora cambiata.

¹  L’invenzione del tourbillon da parte di Abraham-Louis Breguet, premiata con un brevetto nel 1801, mirava 
a migliorare la precisione dell’orologio eliminando gli errori indotti dalla gravità. A seconda del suo orientamento quando assume una posizione verticale, le forze gravitazionali provocano una marcia 
leggermente più veloce in determinate posizioni, e più 
lenta in altre. L’invenzione del tourbillon ha risolto brillantemente questi errori: ruotando di 360 gradi, 
gli elementi cronografici – bilanciere, molla del bilanciere e scappamento – passano attraverso le posizioni 
più veloci e quelle più lente, annullando gli errori. Per compiere questa rotazione il bilanciere, la sua molla 
e lo scappamento sono collocati in una gabbia che ruota costantemente intorno a una ruota fissa – elemento essenziale di ogni tourbillon.

Villeret Tourbillon Volant  Heure Sautante  Minute Rétrograde

Di conseguenza i progettisti del movimento si sono concentrati sull’ideazione di un meccanismo capace di associare le due novità. La parte centrale del sistema è una camma a forma di lumaca che ruota una volta all’ora. Il raggio della camma cresce gradualmente provocando un netto dislivello tra la distanza minima e quella massima. Questo dislivello comanda sia la lancetta retrograda dei minuti che lo scatto dell’ora. Un dito corre lungo il bordo esterno della camma, e mentre ruota in senso orario aziona un rastrello dentato che s’ingrana con un pignone collegato alla lancetta dei minuti. Questo movimento intorno alla superficie a raggio crescente provoca l’avanzamento della lancetta in senso orario. Quando il dito tocca il suo punto più elevato (quasi uno scoglio, per intenderci), una molla lo respinge verso il basso e la lancetta dei minuti si muove in senso retrogrado.

C’è un secondo rastrello, collegato al primo attraverso il suo ingranaggio con il pignone della lancetta dei minuti. Questo secondo rastrello regola lo scatto dell’ora. Quando il dito che corre lungo la camma a forma di lumaca scende e fa muovere in senso retrogrado i minuti, il rastrello delle ore viene spinto contemporaneamente verso l’alto. A questo punto un dito attaccato al rastrello entra in contatto con una ruota a dodici denti, facendola avanzare di uno scatto per ogni ora. Per garantire che l’ora scatti non oltre un’ora alla volta, un secondo dito blocca il meccanismo. 

Questo sistema sincronizza perfettamente l’indicazione delle ore con quella dei minuti, perché lo ­scatto dell’ora e il movimento retrogrado della lancetta dei minuti sono controllati entrambi dallo stesso dito che scorre lungo il bordo esterno della camma a ­forma di lumaca.

Poiché il sistema dipende dalla forma elaborata della camma, è stato necessario affrontare il problema di impostare l’ora tramite la corona. La forma della camma non si presta alla rotazione in senso antiorario perché nella sua brusca discesa potrebbe scontrarsi con il dito e rompere il meccanismo (il dito può cadere dallo «scoglio» ma non ci si può arrampicare). Per evitare questo inconveniente, l’ingranaggio di regolazione dell’ora possiede una ruota che disconnette la corona dall’insieme ore/minuti quando la corona ­viene ruotata all’indietro.

 Lo smalto è applicato a mano sulla superficie del quadrante.

Lo smalto è applicato a mano sulla superficie del quadrante.

Malgrado il suo ASPETTO ESTREMAMENTE SOBRIO, la costruzione del quadrante è straordinariamente complessa.

Successivamente ci si è dedicati all’orientamento della scala dei minuti. Poiché la lancetta dei minuti non ruota di 360 gradi, e inizia invece il suo moto retrogrado dopo aver percorso 270 gradi, centrare lo 0 quando l’orologio segna le 12 potrebbe creare confusione in chi dà una rapida occhiata. Diversamente da una indicazione classica, i 15 minuti non comparirebbero orizzontalmente sulla destra, i 30 minuti in ­basso e così via. Per ridurre al massimo la possibile confusione, la scala dei minuti è stata ruotata in modo da renderne più semplice la lettura. 

La stessa spinta creativa che ha portato Blancpain a spalancare nuovi orizzonti nel progettare il movimento ha guidato la concezione del quadrante. Nonostante il suo aspetto semplice, la sua struttura è assai complessa. Si parte da due dischi d’oro massiccio. Se la cassa dell’orologio è d’oro rosso, lo è anche il quadrante. Nella versione in platino – in edizione ­limitata – il quadrante è d’oro bianco. Uno dei dischi costitui-sce l’ampio corpo del quadrante. Il secondo disco, più piccolo, delimita la zona che conterrà la finestrella delle ore e l’anello dei minuti. In entrambi i casi ­Blancpain ha adottato una delle più classiche tecniche di smaltatura, detta champlevé. Per formare un «letto» su cui stendere strati di smalto, l’oro viene rimosso dalla superficie conservando però sottili anelli che delimitano i contorni. Per il disco più piccolo si conserva un anello esterno e anelli che circoscrivono la finestrella delle ore e l’asse della lancetta dei minuti. Per il più grande si lascia un anello esterno e un anello che circonda l’apertura sul tourbillon. Nel laboratorio di Blancpain dedicato ai Métiers d’Art a Le Brassus esperti smaltatori stendono a mano lo smalto sulle superfici delimitate in precedenza, e nel pieno rispetto della tradizione ogni strato viene cotto in un forno riscaldato a 800 °C. Per evitare che si verifichino deformazioni dei dischi durante la cottura, anche la loro superficie posteriore viene verniciata a smalto. L’associazione tra pittura a mano e molteplici strati conferisce una straordinaria profondità e texture alla superficie. Questi elaborati passaggi equivalgono a quelli impiegati per creare quadranti smaltati su ordinazione con immagini dipinte a mano – una delle specialità del laboratorio Métiers d’Art di Le Brassus.

TUTTI I PONTI DEL MOVIMENTO, visibile  attraverso il fondocassa, sono GUILLOCHÉ A MANO con un motivo a spirale chiamato panier.

Una volta fissato sui dischi l’ultimo strato di smalto, si inseriscono anelli d’oro più grandi. Quello intorno al tourbillon crea un bordo sulla superficie del quadrante che circonda il tourbillon, ma si estende anche nell’oblò fino alla parte posteriore del movimento, catturando e riflettendo la luce in modo da illuminare ed evidenziare il tourbillon medesimo. Il secondo anello, dal diametro ridotto, viene inserito nella finestrella dell’ora a scatto, e analogamente all’anello del tourbillon si estende nel foro verso il basso. 

L’elaborata decorazione non si limita al quadrante. Tutti i ponti del movimento, visibile attraverso il fondocassa trasparente, sono decorati a mano secondo la tecnica del guillochage con un motivo a spirale detto panier. Inoltre è visibile attraverso il fondocassa un disco, guilloché con un motivo a fiamma, su cui si trova la scala della riserva di carica. È quanto mai logico collocare l’indicazione della riserva di carica sul retro del movimento. Infatti, specialmente nel caso di movimenti a carica manuale, la riserva di carica va consultata soltanto quando l’orologio viene staccato dal polso o va ricaricato. Perché mai collocarla sul quadrante, dove intaccherebbe il nitido disegno dei dischi smaltati? La collocazione sul retro del movimento ne preserva l’utilità e la funzione, oltre a rispettare ­l’armonia del quadrante. 

Villeret Tourbillon Volant  Heure Sautante  Minute Rétrograde
Villeret Tourbillon Volant  Heure Sautante  Minute Rétrograde

Questo nuovissimo tourbillon dimostra il CONTINUO impegno CHE BLANCPAIN DEDICA ALL’EVOLUZIONE DEL TOURBILLON.

Esistono due versioni del nuovo tourbillon Villeret, in oro rosso e in platino (edizione limitata a 50 esemplari). Entrambe sono contenute e protette da una cassa dal diametro di 42 mm.

La concezione originale del tourbillon volante di Blancpain ha rappresentato una rivoluzione al momento del suo lancio, e ha dato vita a molte «prime mondiali». L’ingresso del Tourbillon Volant Heure Sautante Minute Rétrograde e del Tourbillon 12 Jours (quattro anni prima) nella collezione Villeret sono la prova evidente del continuo impegno che Blancpain dedica all’evoluzione del tourbillon. •

Capitolo 02

BINCHOTAN

Le profonde sfumature di nero e le sottili venature del carbone giapponese Binchōtan diventano lo sfondo per i più recenti quadranti speciali di Blancpain.

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JEFFREY S. KINGSTON
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