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Capitolo 7

BLANCPAIN OCEAN COMMITMENT

Una cronaca dei 20 anni di devozione di Blancpain alla conservazione degli oceani.

Autori del capitolo

JEFFREY S. KINGSTON

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JEFFREY S. KINGSTON
 BLANCPAIN OCEAN COMMITMENT
BLANCPAIN OCEAN COMMITMENT
Numero 22 Capitolo 7

Per favorire la CONSERVAZIONE DEGLI OCEANI, Blancpain ha selezionato diversi partner con progetti significativi per i quali il supporto della maison PUÒ FARE LA DIFFERENZA.

Tutto è iniziato con gli squali balena. Quando Marc A. Hayek prende il timone di Blancpain, non solo ha sviluppato un profondo amore per l’oceano – nato da un’infanzia passata a guardare i film di Cousteau e da una successiva passione per gli sport di immersione –, ma anche un fascino particolare per gli squali. Durante le immersioni in Indonesia, s’imbatte in squali balena caratterizzati da speciali motivi distintivi sulla pelle, diversi per ogni soggetto, come le nostre impronte digitali. Oltre al crescente interesse nei confronti di tale specie, nutre la convinzione che i subacquei, come lui, uniti tra loro, possano diventare una forza vitale per la conservazione degli oceani, non solo nei luoghi abitati dagli squali per lunghi periodi, ma anche lungo le loro rotte migratorie.

I suoi primi sforzi lo portano, nel 2003, alla PADI (Professional Association of Diving Instructors). Con centri PADI situati in tutto il mondo e migliaia di subacquei che, grazie a questi, ricevono formazioni e certificazioni di immersione, Hayek diventa sostenitore di un nuovo concetto: la «citizen science» (la scienza dei cittadini). In quest’ottica, seleziona i subacquei attraverso i centri PADI per studiare gli squali balena fotografandoli e prendendo nota del luogo in cui sono state scattate le fotografie. Così, secondo la sua ottica, si potrebbero comprendere meglio i loro habitat e i modelli migratori e, una volta identificati, sarebbe possibile mettere in atto misure di protezione. Purtroppo, l’idea della citizen science è in anticipo sui tempi e non esiste ancora l’organizzazione necessaria. Tuttavia, cercando nuove possibilità, Blancpain sviluppa un’idea per guidare il futuro della maison: la fotografia subacquea come strumento fondante nelle campagne di conservazione degli oceani. Hayek si rende conto che la fotografia ha un duplice potenziale: raccogliere dati scientifici e sensibilizzare l’opinione pubblica sulla necessità di azioni ambientali mirate.

Il primo passo di Blancpain per esprimere il potere persuasivo della fotografia subacquea è stata la creazione dell’Edition Fifty Fathoms, in collaborazione con Dietmar Fuchs, subacqueo e redattore di una serie di pubblicazioni sul tema. Pubblicata con cadenza annuale, l’Edition Fifty Fathoms si compone di opere di qualità eccezionale che mettono in luce lo straordinario lavoro di fotografi subacquei di fama mondiale.

Il lancio della nuova generazione del Fifty Fathoms nel 2007 non solo segna la rinascita della collezione, ma riaccende anche il desiderio di Hayek di trovare un partner per i suoi grandi progetti oceanici, per i quali il sostegno di Blancpain potrebbe fare la differenza. L’opportunità si crea durante un incontro con il dott. Enric Sala, fondatore e leader delle spedizioni Pristine Seas di National Geographic.

Un primo passo, la creazione di Edition Fifty Fathoms.

Un primo passo, la creazione di Edition Fifty Fathoms.

Un momento condiviso sulle rive del lago di Ginevra. Marc A. Hayek con Laurent Ballesta ed Enric Sala.

Un momento condiviso sulle rive del lago di Ginevra. Marc A. Hayek con Laurent Ballesta ed Enric Sala.

In cerca di fondi per il suo progetto, Sala si era già rivolto ad importanti aziende, venendo rifiutato più volte. Pristine Seas ha un progetto ambizioso: studiare e fotografare le aree dell’oceano attualmente incontaminate e, in un secondo momento, armati di fotografie e studi che dimostrino la bellezza e l’importanza dell’ecosistema, rivolgersi ai funzionari governativi competenti per convincerli ad attuare misure di protezione ambientale. Durante una conversazione, Hayek e Sala prendono in considerazione un ulteriore elemento. Chiedere ai leader politici di smettere di sfruttare una zona oceanica può rappresentare costi ingenti, privando imprese e privati dei mezzi di sostentamento dipendenti dalla pesca. Invece di chiedere ai leader di emanare decreti che vietino l’attività nelle aree che dovrebbero essere protette, Pristine Seas desidera proporre un’alternativa più creativa e innovativa. Con la creazione di una riserva naturale protetta, denominata «Area marina protetta», in cui la fauna oceanica può riprodursi indisturbata, le imprese di pesca e i privati potrebbero avere maggiore successo, concentrando i loro sforzi al di fuori della conservazione. Infatti, favorire l’allevamento protetto all’interno della riserva porterebbe ad aumentare la popolazione all’esterno. Inoltre, si svilupperebbe un turismo attento alla tutela dell’ambiente capace di attrarre molti visitatori. In breve, con questo approccio, proteggere la riserva oceanica permetterebbe all’uomo di beneficiare di maggiori risorse, anziché di perderne. Hayek vede questo «modello di business» di Pristine Seas come una chiave per ottenere dei risultati dalle spedizioni.

Con la volontà di correre un rischio laddove altre aziende avevano esitato, Blancpain accetta di diventare il partner fondatore di Pristine Seas e sottoscrivere spedizioni per cinque anni, investendo nel progetto un milione di dollari all’anno. Il successo della partnership tra Pristine Seas e Blancpain è straordinario. Delle 14 spedizioni proposte da Blancpain, 12 hanno dato luogo alla pubblicazione di decreti governativi a favore della conservazione degli oceani, consentendo di raddoppiare la superficie delle aree marine protette, pari a oltre 4,7 milioni di chilometri quadrati.

Dott. Enric Sala

Dott. Enric Sala

Una rappresentazione grafica dell’area della Riserva marina di Pitcairn in seguito alla spedizione Pristine Seas.

Una rappresentazione grafica dell’area della Riserva marina di Pitcairn in seguito alla spedizione Pristine Seas.

BLANCPAIN OCEAN COMMITMENT
Fotografie della spedizione Pitcairn Pristine Seas.

Fotografie della spedizione Pitcairn Pristine Seas.

Una seconda importante collaborazione è arrivata grazie a un caso fortunato. Il subacqueo, scienziato, fotografo e ambientalista francese Laurent Ballesta visita la fiera di Basilea nel 2012 sperando di trovare un partner finanziario. Per dimostrare alcuni dei suoi talenti, porta con sé un portfolio delle sue fotografie subacquee. Per caso, l’allora vicepresidente marketing di Blancpain, Alain Delamuraz, incontra Ballesta presso uno degli stand, ammira il suo imponente lavoro e gli propone subito un incontro con Marc A. Hayek. Quel giorno l’agenda di Hayek non prevedeva un attimo di respiro tra una riunione e l’altra, tuttavia, i due si siedono un momento per parlare, scusandosi in anticipo per il poco tempo che avrebbero potuto dedicarsi. Dopo pochi minuti, Hayek chiede di rimandare tutti gli impegni previsti per la giornata. Mentre i due condividono le rispettive passioni per l’oceano, Laurent Ballesta illustra il suo sogno. Racconta di aver realizzato un’immersione in acque africane e individuato quello che pensava essere un celacanto, un pesce preistorico che si credeva estinto secoli fa. Il celacanto è considerato un precursore della comparsa di animali marini adattati alla vita sulla terra. Emozionato dall’avvistamento, vuole organizzare una prima spedizione mondiale per studiare e fotografare questo pesce. Si sapeva poco del suo habitat, del numero di individui esistenti, della sua evoluzione, dei suoi modelli di movimento o del suo rapporto con altre specie. Propone dunque di osservare il celacanto da vicino, prelevare il suo DNA, etichettare gli individui, studiare da vicino il suo habitat, filmando ogni cosa. Una sfida estrema, così come estreme sono le profondità delle grotte in cui vive il celacanto, il che rende le immersioni straordinariamente complesse. Sebbene Ballesta fosse conosciuto come fotografo, non aveva il sostegno di nessun partner e non aveva mai condotto spedizioni di tale portata. Pertanto, il progetto rappresentava un rischio sostanziale per qualsiasi potenziale sostenitore finanziario. Cogliendo immediatamente il talento e la dedizione di Ballesta, Hayek decide di seguire il suo istinto. Risultato: Blancpain accetta di finanziare la spedizione di Ballesta alla ricerca del celacanto, battezzata «Gombessa», il nome dato al pesce dagli abitanti del Mozambico.

Durante gli anni, il rapporto tra Blancpain e Ballesta si sviluppa per dar vita ad altre numerose spedizioni, tutte sotto il nome di Gombessa. La sua ricerca scientifica è rivoluzionaria e davvero significativa. Più impattanti per il grande pubblico sono state le sue fotografie e i suoi film, ammirati da milioni di persone. Infatti, grazie al suo lavoro, Laurent Ballesta ha ricevuto il prestigioso premio Wildlife Photographer of the Year, un riconoscimento che è stato seguito da altri due premi Wildlife Photographer of the Year e da diversi altri premi cinematografici. C’è chi difende le cause ambientali mostrando l’orrore della distruzione; Ballesta e Hayek, al contrario, credono in un messaggio positivo. È più potente e stimolante far scoprire alle persone la meraviglia e la bellezza dell’oceano e, una volta fatto questo, trovare la motivazione per agire.

Dato che le campagne ambientaliste oceaniche di Blancpain sono cresciute in termini di portata e di impatto, la maison ha cercato di abbracciare iniziative individuali in un insieme più ampio. Tutte le iniziative di conservazione degli oceani sono state raggruppate sotto il nome di «Blancpain Ocean Commitment». Attraverso il Blancpain Ocean Commitment, la maison sottolinea il suo impegno in favore della causa, ma assume anche personale dedicato, la cui unica mansione è quella di gestire le relazioni con i partner, come Pristine Seas e Ballesta, e identificare altri partner preziosi per la causa.

Laurent Ballesta durante la spedizione Gombessa 3 in Antartide.

Laurent Ballesta durante la spedizione Gombessa 3 in Antartide.

Laurent Ballesta

Laurent Ballesta

Il celacanto, Gombessa 1.

Il celacanto, Gombessa 1.

A mano a mano che gli sforzi di conservazione degli oceani di Blancpain CRESCEVANO in termini di portata e importanza, la maison li ha raggruppati sotto un unico nome: BLANCPAIN OCEAN COMMITMENT.

La creazione dell’Ocean Commitment dà origine al lancio di tre serie in edizione limitata (da 250 esemplari ciascuna) di speciali orologi Ocean Commitment della collezione Fifty Fathoms. Per permettere agli acquirenti di fornire personalmente un sostegno alle iniziative ambientali oceaniche, Blancpain realizza una donazione pari a 1.000 dollari per ogni esemplare – per un totale di 250.000 dollari per ogni serie – a programmi come Gombessa. Queste donazioni contribuiscono ad apportare fondi supplementari al significativo sostegno finanziario che Blancpain fornisce alla causa.

Attraverso i progetti Pristine Seas e Gombessa, Blancpain dimostra fiducia nella sua visione e volontà di assumersi dei rischi attraverso tali donazioni. Il team Ocean Commitment è sempre alla ricerca di nuove iniziative e, grazie al suo ruolo di generoso donatore, riceve ogni anno decine di richieste di finanziamento da parte di varie organizzazioni. I successi sono numerosi e si estendono su diversi fronti. Addirittura le Nazioni Unite sono diventate un forum per l’iniziativa Ocean Commitment. L’ONU ha voluto promuovere la Giornata mondiale dell’Oceano con una mostra fotografica, adottando un approccio molto simile a quello di Blancpain: esporre al pubblico la meraviglia della vita marina per motivarne la conservazione. Tuttavia, le Nazioni Unite non disponevano né di risorse finanziarie né di fotografie. Con la mediazione di Dietmar Fuchs, Blancpain ha finanziato la prima grande mostra di fotografia subacquea che si terrà all’interno della sede delle Nazioni Unite a New York. Migliaia di visitatori e diplomatici provenienti da tutto il mondo hanno potuto apprezzare le straordinarie opere di Laurent Ballesta, Enric Sala e molti dei fotografi che hanno partecipato alla prima mostra di Edition Fifty Fathoms.

Blancpain è anche partner fondatore dei World Ocean Summit organizzati con cadenza annuale dal quotidiano The Economist. Queste conferenze sono un raduno di scienziati, funzionari governativi, imprenditori, giornalisti e cittadini impegnati che si dedicano alla tutela e alla conservazione degli oceani. Oltre alle riunioni del Summit, Blancpain sostiene una serie di film speciali dedicati alla conservazione degli oceani, intitolati «The Protectors» e prodotti da The Economist.

Laurent Ballesta durante una conferenza del World Ocean Summit.

Laurent Ballesta durante una conferenza del World Ocean Summit.

La prima edizione limitata di Ocean Commitment, il Bathyscaphe Chronographe Flyback, in ceramica.

La prima edizione limitata di Ocean Commitment, il Bathyscaphe Chronographe Flyback, in ceramica.

Gli squali restano il centro d’interesse delle attività di conservazione di BLANCPAIN, fondatore e sostenitore finanziario della MOKARRAN PROTECTION SOCIETY.

Gli squali restano un’area di interesse per Blancpain e Hayek. Nella Polinesia francese, la Mokarran Protection Society («MPS») è un’organizzazione leader delle campagne per la protezione degli squali: Blancpain ha contribuito alla sua fondazione e fornisce ingenti finanziamenti. Il centro d’interesse della MPS è lo Sphyrna mokarran, comunemente chiamato «squalo martello maggiore». Si tratta di un animale dall’aspetto impressionante che, nonostante l’apparenza e le dimensioni, in realtà, è timoroso e anche piuttosto fragile. Un numero significativo di squali martello maggiori è stato avvistato in due zone della Polinesia francese: il primo luogo è il famoso Tiputa Pass, un profondo canale che separa i segmenti dell’atollo di Rangiroa (di cui parliamo nel nostro articolo sul vino alle pagg. 150-165 di questo numero) e collega l’oceano aperto da un lato con la grande laguna di Rangiroa dall’altro; il secondo luogo è la laguna vicino all’atollo di Tikehau. I biologi marini cercano di svelare molti dei misteri circa la vita di questi grandi squali martello. Quali sono le caratteristiche dello Sphyrna mokarran? Ci sono delle differenze con le altre specie più conosciute? Quando, dove e come si nutre? Quali prede costituiscono il suo regime alimentare? Qual è il suo ambiente di vita? Si spinge oltre il santuario della Polinesia francese? Dove, quando e come si riproduce? Quali sono le sue zone chiave di crescita? Quali sono le pressioni e le minacce che impattano le fasi del suo ciclo di vita? Cercare risposte a queste domande costituisce una sfida straordinariamente impegnativa. Innanzitutto, i metodi utilizzati altrove per studiare gli squali, che consistono nell’attirarli con esche (talvolta olfattive) per poi rinchiuderli, non possono essere usati in questo contesto. I mezzi artificiali per attirarli rischiano di alterare le loro abitudini alimentari e il fatto di rinchiuderli, anche se per tempi brevi, genera uno stress che può essere fatale. Per questo il gruppo di studio, che si definisce progetto Tamataroa ed è composto dalla MPS e dal team Gombessa di Laurent Ballesta, sta progettando, con il supporto di Blancpain, un metodo di studio etico senza precedenti. Il gruppo, infatti, intende cercare gli squali senza l’utilizzo di esche, ma eseguendo le dovute misure e misurazioni e identificandoli senza costringerli in cattività. Il progetto Tamataroa prevede invece l’utilizzo di una balestra appositamente concepita per raccogliere campioni per la biopsia e inserire microchip per la geolocalizzazione. Inoltre, per effettuare delle misurazioni, i subacquei prevedono l’utilizzo di un sistema di fotogrammetria laser. I subacquei, tra cui Hayek, devono affrontare immersioni particolarmente complesse, soprattutto nel Tiputa Pass, a causa delle forti correnti e delle profondità dove vive questa specie di squalo martello.

Marc A. Hayek durante una spedizione Mokarran nella Polinesia francese.

Marc A. Hayek durante una spedizione Mokarran nella Polinesia francese.

Utilizzo di laser per misurare le dimensioni di un pesce martello maggiore.

Utilizzo di laser per misurare le dimensioni di un pesce martello maggiore.

Blancpain Ocean Commitment è IN CONTINUA EVOLUZIONE e pronto ad agire nel caso di nuove minacce ambientali e sempre alla ricerca di nuovi partner.

Il modello di business adottato con successo in passato da Pristine Seas e Blancpain viene oggi riproposto nelle Filippine. Una delle isole della baia di Shark Fin è stata sostanzialmente devastata dalla pesca con la dinamite praticata in passato. Questo metodo disastroso e dispendioso consiste nel far detonare esplosivi nell’acqua per uccidere i pesci che si trovano nella zona circostante e poterli recuperare grazie alle reti. In breve tempo, quasi la totalità della vita marina circostante si estingue. Oggi l’area intorno all’isola è stata ripristinata e sta piano piano tornando alla vita, ma rimane sotto la minaccia dei pescatori che lavorano nelle zone limitrofe. Blancpain ha collaborato con la Sulubaaï Foundation per istruire e convincere gli abitanti locali ad adottare nuovi metodi di interazione con il loro ambiente. Proprio come con Pristine Seas, questo approccio consiste nel formare gli abitanti a metodi innovativi che consentano di ripristinare l’area circostante e mostrare loro che creare riserve in cui la fauna marina può riprodursi in tranquillità può rendere più produttiva anche la pesca con metodi convenzionali fuori da queste zone. La protezione ambientale offre maggiori risorse, non il contrario.

Oggi, il cerchio si chiude. Quando nel 2003 Hayek discuteva con la PADI dell’idea della «citizen science», non c’erano i mezzi necessari per procedere. Dopo due decenni, le cose sono cambiate. La rete della PADI è cresciuta fino a includere 6.600 club di immersioni in tutto il mondo. Ha lanciato un’iniziativa pluriennale multimilionaria chiamata «Adopt the Blue» (Adotta il blu). Durante il primo anno, Adopt the Blue prevedere di «adottare» 1.000 siti importanti dal punto di vista ambientale, e molti altri negli anni seguenti. «Adottare» i siti significa che i subacquei si impegnano, nel tempo, a fornire informazioni di tali aree sotto forma di fotografie e dati oceanici, come le temperature dell’acqua, la salinità e molto altro. Inoltre, i subacquei, compresi gruppi e club, saranno sostenuti nella creazione di nuove aree marine protette. Il reclutamento di tali «scienziati cittadini» volontari coincide con la creazione di una piattaforma digitale per registrare i dati raccolti. Blancpain è partner strategico del Blueprint for Ocean Action della PADI e partner fondatore di Adopt the Blue e della sua piattaforma dedicata. Un’ulteriore informazione interessante: gli «scienziati cittadini» sono incoraggiati a diventare attenti osservatori, e a sorvegliare tutti i pescherecci che entrano abusivamente in zone legalmente protette.

Il Blancpain Ocean Commitment non riposa certo sugli allori. Al contrario, è in continua evoluzione e pronto ad agire nel caso di nuove minacce ambientali e sempre alla ricerca di nuovi partner. C’è una costante: la determinazione di Blancpain a fare la differenza.

Vista aerea dell’isola di Pangatalan, nella baia di Shark Fin.

Vista aerea dell’isola di Pangatalan, nella baia di Shark Fin.

Gli abitanti del villaggio votano per approvare le aree marine protette che circondano il loro villaggio.

Gli abitanti del villaggio votano per approvare le aree marine protette che circondano il loro villaggio.

Capitolo 08

Mediterraneo: IL FUOCO SOTTO IL MARE

«C’è qualcosa di ancora più impressionante della potenza distruttiva del vulcano: il modo in cui la vita sottomarina si rigenera...»

Autori del capitolo

LAURENT BALLESTA
Mediterraneo: IL FUOCO SOTTO IL MARE
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